L’INCONTRO

 In Psicoterapia

La psicoterapia é un’esperienza.

Ogni singolo incontro di cui é composta, lo è.

E’ la possibilità che uno psicoterapeuta e un paziente si concedono l’un l’altro ogni volta.

Siamo sempre seduti di fronte, così che ci si possa reciprocamente guardare e incontrare, non solo nell’ esperienza della parola condivisa, pronunciata e udita, ma anche nello sguardo.

Questa mia paziente è un’insegnante di spada, nella dedizione alla pratica di questa antica arte rituale si rivela la parte migliore di sé.

In questo luogo lei contatta la sua centratura, il suo equilibrio, la sua morbidezza forgiata dal suo lavoro, mezzi abili con cui affrontare al meglio l’esistenza.

Nella vita è spesso assalita dalla confusione, dall’inquietudine. Condizionata, come tutti noi, dalla propria storia, dalla famiglia d’origine, dal pensiero comune, che diventano un vincolo e un freno al proprio realizzarsi.

E’ un’allieva smarrita in cerca di una strada sicura per sè e per le persone che ama.

Dimentica la maestra che é in lei. E la maestra dimentica di avere anche lei tra i suoi allievi.

In un incontro glielo dico.

Le dico che lei ha smarrito la sua maestra e che la sua maestra si dedica agli altri.

Le dico che vorrei che si incontrassero; che l’allieva potesse sedersi di fronte alla sua maestra e avesse l’opportunità di parlarle, di affidarsi a lei. E poi, cambiando posizione, la maestra stesse davanti alla sua allieva e da quella posizione le parlasse.

Entusiasta mi chiede se possiamo organizzare questo incontro tra le sue parti nella sua palestra. Le dico subito di sì.

La settimana dopo, per la prima volta da che ci incontriamo, vado io da lei e non lei da me.

Chiara mi accoglie nel luogo in cui pratica con indosso il Kimono del praticante, sia esso allievo, sia esso maestro.

Una rastrelliera raccoglie delle magnifiche armi, spade di legno fatte a mano ed altre in acciaio, sciabole luccicanti, antichi bastoni.

Le chiedo di mostrarmi la maestra, io conosco solo l’allieva.

Prende la spada e comincia a muoversi con lei nella stanza, disegnando figure armoniose nell’aria.

Nelle sua mani la spada é fluida, morbida, presente. E lei nelle mani della sua spada é fluida, morbida, presente.

Il rapporto con la sua spada la trasforma, il suo viso si fa luminoso, chiaro, sereno. Lei é maestra di spada e la spada é la sua maestra.

Poi, ci sediamo per terra in 2 ma siamo 3: l’allieva , la maestra e io, l’osservatore, utile a tenere il campo, a vedere e sostenere il processo.

  allieva                    maestra

osservatore

Dalla mia posizione vivo l’esperienza emozionante di un incontro tra la sua parte confusa e la sua parte chiara; tra la sua parte curva e smarrita e la sua parte dritta e centrata; tra la sua parte sofferente e contratta e la sua parte serena e accogliente.

Non si può troppo spiegare un’esperienza.

Voglio solo dire che è stato possibile attraverso un rituale, che per definizione vuole e può essere ripetuto, che Chiara vedesse che é tutto dentro di lei, le sue fatiche e le sue risorse, la confusione e la chiarezza, la sofferenza e la pacificazione.

Dalla mia posizione di osservatore le ho restituito che ciò che ho visto e sentito è che allieva e maestra sono una cosa sola, profondamente e intimamente interconnesse.

Ho visto e sentito nell’allieva una grande fiducia verso la maestra a cui affidava la sua sofferenza, il suo racconto, il suo pianto.

Ho visto e sentito poi una maestra piena di rispetto per la sua allieva e per la sua dolorosa fatica, e capace di indicarle una strada.

Ciascuno di noi ha bisogno di affidarsi a qualcuno e quasi mai quel qualcuno siamo noi.

Ciò che sappiamo fare per gli altri quasi mai lo facciamo anche per noi stessi.

Ho visto e sentito Chiara affidarsi a sè stessa.

Ho visto e sentito Chiara maestra a sè stessa.

Ho visto e sentito che un allievo è sempre in cerca del suo maestro e un grande maestro é tale quando sa di essere sempre un allievo. Un grande maestro è umile e saggio per questo.

Tutti noi siamo l’uno e l’altro, sempre.

Siamo tutti interconnessi, con gli altri e con noi stessi. A volte ce ne dimentichiamo e questo porta infinita sofferenza.

La psicoterapia é un incontro, tra me e l’altro, tra l’altro e sé stesso, tra me e me stessa.

La psicoterapia é un’esperienza.

Ogni singolo incontro di cui è composta, lo é.

Grazie Chiara

Dott.ssa Giovanna Berengo

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